Oceana denuuncia l’importazione in Spagna dei tonni alalunghe del nord catturate in Italia con reti derivanti illegali

Un’impresa di Piombino (Livorno) è responsabile per esportazioni di queste specie ittiche verso la Spagna

Press Release Date: May 3, 2010

Location: Madrid

Contact:

Marta Madina | email: mmadina@oceana.org | tel.: Marta Madina

Oceana ha reso pubblico che alcune imprese basche importano tonni  alalunghe del nord provenienti dal Mediterraneo e catturate dalla flotta italiana con reti derivanti illegali. I segni sul corpo delle alalunghe che entrano nei paesi baschi rivelano la loro origine illegale. L’organizzazione internazionale per la conservazione marina chiede che queste catture siano sequestrate, sia perché sono state realizzate con un attrezzo da pesca che rappresenta una minaccia per la conservazione della biodiversità marina, sia perché sono una concorrenza sleale per il settore ittico basco.

 

Oceana ha scoperto, in diverse localita´ dei   paesi baschi  che i tonni alalunga di origine italiana riportano segni che dimostrano che sono stati catturati con reti derivanti illegali.  Nel 2008, le importazioni di tonni  alalunghe del nord (Thunnus allunga) provenienti dall’Italia verso la Spagna ammontavano a 965 tonnellate di prodotti freschi e congelati  (per un valore  pari a  quasi 3 milioni di euro secondo i dati delle Camere di Commercio), destinate soprattutto all’industria conserviera.

 

Xavier Pastor, Direttore Esecutivo di Oceana in Europa ha dichiarato:“Non solo in Italia si continua a catturare specie pelagiche, come i tonni alalughe, con reti derivanti, ma queste specie vengono anche commercializzate in altri paesi, facendo concorrenza alle alalunghe catturate in modo sostenibile con attrezzi autorizzati. Le autorità italiane devono garantire un controllo effettivo non solo sull’uso di reti derivanti, ma anche su tutta la catena di distribuzione delle sue catture”.

 

Le reti derivanti sono attrezzi da pesca vietati dall’Unione Europea fin dal 2002 perché costituiscono una minaccia per la conservazione di cetacei, tartarughe e squali. La flotta italiana, nonostante il divieto e le ingenti sovvenzioni pubbliche percepite per la riconversione ad altri attrezzi da pesca, continua ad utilizzare questo attrezzo da pesca illegale, e Oceana sta denunciando questi fatti fin dal 2005. Nel 2007 le catture dichiarate di tonni  alalunghe (Thunnus alalunga) in Italia ammontavano a 4.017 tonnellate, delle quali almeno il 23% è stato catturato con reti derivanti illegali.

 

Foto sono disponibili contattando Oceana

 

Il rapporto “Reti derivanti illegali italiane: la pesca illegale non si ferma”

é disponibile in versione pdf nella web di Oceana.