Pesce spada: piano di emergenza o l’Unione Europea deve chiudere la pesca

 

Oceana avverte che o un piano di recupero viene messo in atto con urgenza o per assicurarne il recupero, l’unica alternativa è la chiusura della pesca

La popolazione del pesce spada è diminuita di oltre un 70% in oltre 30 anni di sovrasfruttamento

Oceana fa eco all’appello degli scienziati per un piano urgente e immediato per recuperare il pesce spada e assicurarne il futuro nel Mediterraneo. L’unica alternativa per l’Unione Europea di raggiungere l’obbiettivo prefissatosi di gestire la pesca sostenibilmente entro il 2020 è la chiusura totale della pesca al pesce spada. La popolazione di pesce spada si è ridotta di un terzo rispetto agli anni ottanta a causa di una dilagante sovrapesca e irrisolutezza politica.

La chiamata all’azione è stata lanciata a seguito di una riunione internazionale celebratasi la scorsa settimana a Madrid, durante la quale gli scienziati hanno schiacciato il pulsante d’emergenza per la critica situazione del pesce spada in Mediterraneo. Dai risultati di questa riunione emerge che la sovrapesca di questo stock è ormai così eccessiva che quest’anno i paesi del Mediterraneo dovranno adottare un piano di recupero del pesce spada così da assicurarne la ripresa verso livelli sostenibili e poter riparare il danno nel lungo termine.

“È necessario un piano di recupero per il pesce spada ora. L’UE pesca oltre il 75% di questa risorsa e ha la responsabilità di assicurarne il pieno recupero. Non c’è spazio per ulteriori giustificazioni per questo ritardo”, afferma Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa.

Dei 30 stock ittici gestiti dalla Commissione Internazionale per i tunnidi (ICCAT) – l’organo responsabile per la conservazione dei tunnidi e specie affini nell’Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo – il pesce spada del Mediterraneo è quello che più sta soffrendo la sovrapesca. Tre decenni di pesca eccessiva, ignorando ripetutamente il parare scientifico e una completa mancanza di visione politica che garantisca un’adeguata gestione della pesca, ha fatto sì che ci sia un 70% in meno di pesce spada.

Diversamente che per il pesce spada del Mediterraneo, per il pesce spada dell’Atlantico e il tonno rosso – che hanno sofferto situazioni di sovrapesca simili all’attuale del pesce spada del Mediterraneo – piani di recupero sono stati adottati al primo segnale di allarme e da allora hanno dato notevoli segnali di miglioramento, in linea con una gestione sostenibile. Per raggiungere l’obbligo legale della Politica Comune della Pesca, di gestire gli stock ittici a livelli sostenibili, l’Unione Europea deve chiudere la pesca al pesce spada del Mediterraneo o definire con i paesi mediterranei coinvolti in ICCAT un piano immediato di recupero.

Nel contesto della crisi globale per la sovrapesca, la comunità internazionale osserverà se l’UE prenderà in mano questa situazione e agirà responsabilmente. L’UE è il principale attore nella pesca al pesce spada, con 75% delle catture totali in Mediterraneo, e non adempiere al suo obbligo legale di recuperare gli stock a livelli sostenibili indebolirà la sua capacità, impegno e volontà di raggiungere gli obiettivi delineati dalle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, e in particolare l’Obiettivo 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

Report di Oceana sul piano di recupero del pesce spada

Swordfish / Pez espada