OCEANA: ICCAT mantiene in vita il tonno rosso ma uccide la conservazione di squali e pesce spada.

 

OCEANA: ICCAT mantiene in vita il tonno rosso ma uccide la conservazione di squali e pesce spada.

La quota del tonno rosso è stata aumentata sulla base dei dati scientifici confermando un iniziale miglioramento di questo stock.

I Paesi falliscono nella gestione di altre specie quali squali e pesce spade del mediterraneo.

Oggi il meeting annuale della Commissione Internazionale che si occupa della gestione della pesca del tonno e di altri pesci pelagici dell’Atlantico e del Mediterraneo (ICCAT) ha chiuso le porte a Genova fallendo ancora una volta nel guardare oltre il tonno rosso. Per questo stock, le Parti Contraenti dell’ICCAT hanno approvato un aumento annuale delle catture del 20% per i prossimi tre anni (raggiungendo 23, 155 t nel 2017), una decisione ben ricevuta da Oceana in quanto questo aumento è in linea con i limiti fissati dagli scienziati e riflette il miglioramento di questo stock. L’organizzazione ha però espresso il suo forte disappunto per il fallimento dell’ICCAT nella gestione di altre specie, in particolare squali e pesce spada del Mar Mediterraneo.

Maria Jose Cornax, Responsabile della campagna pesca per Oceana Europa: “L’ICCAT ha finalmente adempito al suo dovere di gestire responsabilmente il tonno rosso, fortemente sovrasfruttato in passato. Ma questo a che prezzo? Le Parti Contraenti hanno fatto compromessi nella gestione delle specie sacrificando squali e pesce spada: specie che necessitano urgenti misure di gestione e che sono ugualmente importanti per la sussistenza delle comunità costiere dei Paesi che pescano nella zona ICCAT. Se l’ICCAT ha imparato la lezione sul tonno rosso, intervendo anche se al limite del disastro, dovrebbe ora essere consapevole che lo stesso alto conto si presenterà inevitabilmente per le altre specie.“

L’UE ha messo sul tavolo una proposta per terminare la pratica inaccettabile dello “spinnamento” (la rimozione delle pinne dagli squali a bordo rigettando poi le carcasse in mare) richiedendo quindi che tutti gli squali siano sbarcati con le loro pinne naturalmente attaccate. E’ la sesta volta di fila che questa proposta viene discussa dalle Parti Contraenti e quest’anno è stata appoggiata da un maggior numero di Paesi, rispetto agli anni passati, con il sostegno di 14 Parti Contraenti. Diverse Parti Contraenti in ICCAT hanno già adottato una politica interna contro la pratica dello “spinnamento”, tra cui Brasile, Belize, Taipei cinese, Unione Europea e USA che, insieme, rappresentano il 75% delle catture di squali in Oceano Atlantico. Nonostante ciò, ancora una volta questa proposta è stata bloccata da una minoranza guidata da Giappone e Cina. Un simile destino è toccato alle proposte dell’UE per la protezione dello squalo smeriglio, altamente minacciato, e per i limiti di cattura per lo squalo mako.

Oceana è anche rammaricata per la continua inazione delle Parti Contraenti dell’ICCAT per quanto riguarda la condizione del pesce spada mediterraneo. Questa specie è sovrapescata da oltre un decennio, l’ICCAT ha continuamente fallito nel prendere misure e lo stock resta senza un piano di di recupero.

Dr. Ilaria Vielmini, scienziata marina di Oceana Europa: “Le catture sono diminuite in diverse aree del mediterraneo e la pesca è chiaramente non sostenibile, le catture di individui giovanili che raggiunge il 75% del totale. L’ICCAT non può continuare a fare finta di non sentire questo allarme e accettare la sovrapesca come status quo per il pesce spada in Mediterraneo.”

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