Il Governo italiano continua ad inadempiere alla proibizione dell’UE di usare reti derivanti
Con una lettera e una denuncia formale, Oceana si rivolge alla Commissione Europea affinché prenda provvedimenti contro l’uso illegale delle ferrettare in Italia
Press Release Date: mayo 4, 2010
Location: Madrid
Contact:
Marta Madina | email: mmadina@oceana.org | tel.: Marta Madina
Oggi Oceana, l’organizzazione internazionale per la conservazione marina, con una lettera indirizzata ai Commissari Europei Dimas e Borg, ha chiesto di porre fine all’uso illegale delle reti derivanti italiane chiamate ferrettare.
La lettera, che segue una recente denuncia formale presentata da Oceana alla Commissione Europea, fornisce delle prove sulla pesca illegale di specie marine migratorie altamente vulnerabili, come il tonno rosso, messa in atto da imbarcazioni attualmente autorizzate a fare uso delle ferrettare.
Nonostante il fatto che la legislazione dell’UE[i] proibisca l’uso di tutti i tipi di reti derivanti per la pesca di un elenco molto lungo di specie marine altamente migratorie che comprende, tra l’altro, l’ alalunga, il tonno rosso, il pesce spada, gli squali come anche i cetacei e le tartarughe, le ferrettare continuano ad essere illegalmente autorizzate in Italia.
Negli ultimi anni il Governo italiano ha regolato a livello nazionale l’uso delle ferrettare riguardo al loro impiego per la pesca di specie proibite. Per esempio, alcuni decreti ministeriali hanno autorizzato l’uso delle ferrettare a maglie larghe capaci di catturare specie proibite e utilizzate in zone estese anche molto lontane dalla costa (dove vivono le specie in questione). Inoltre, l’Italia aveva stabilito un ´permesso speciale´ concesso per derogare le norme esistenti per le imbarcazioni registrate sull’isola di Ponza e ha introdotto inoltre un nuovo regime non-trasparente regolato da licenze individuali. Gli ultimi sviluppi legislativi nazionali sembrano incoraggiare l’uso delle ferrettare invece che regolare severamente il loro uso per poter adempiere all’esistente legislazione dell’UE.
Le pubblicazioni scientifiche esistenti come anche le recenti prove apportate da Oceana dimostrano che negli ultimi anni una notevole quantità di cetacei, tonni rossi, squali e altre specie sono state pescate regolarmente ma illegalmente in Italia con le ferrettare, non adempiendo alle norme dell’UE.
“Le ferrettare sono un noto esempio di come la proibizione delle reti derivanti dell’UE sia stata compromessa e Oceana si rivolge alla Commissione Europea affinché prenda gli opportuni provvedimenti per fare in modo che l’Italia adempia alle esistenti norme dell’UE”, afferma Xavier Pastor, Direttore Esecutivo di Oceana in Europa.
Nella sua denuncia formale, Oceana ha documentato, tra l’altro, lo sbarco del 21 maggio di tonno rosso illegale catturato con le ferrettare da varie imbarcazioni nel porto di Porticello, vicino Palermo (Sicilia), dove i possessori di licenze per le ferrettare rappresentano oltre il 20% della flotta.
L’Italia non è stata ancora capace di applicare correttamente la legislazione UE sulle reti derivanti, nonostante il fatto che essa proibisca sia le reti derivanti di lunghezza superiore a 2,5 km che la pesca di specie altamente migratorie. Le prove fornite da Oceana comprendono la pesca di specie proibite con l’uso della ferrettara. Il primato di lunga durata italiano di uso illegale delle reti derivanti ha condotto a una vertenza giudiziaria[ii] europea ancora non risolta di cui ci si augura una esito futuro che aiuti a far cessare l’ attuale distruzione della biodiversità marina.
Rapporto: “Reti derivanti illegali italiane. La pesca illegale non si ferma”
Oceana TV: “Reti derivanti. Cortine della morte” (inglese)
Riprese e fotografie disponibili
(1) Il Regolamento 1239/98[i] stabilisce che a partire dal 1° gennaio 2002 nessuna imbarcazione della Comunità può tenere a bordo, o usare per la pesca, reti derivanti allo scopo di catturare le specie elencate nel suo Allegato VIII: Alalunga (Thunnus alalunga), Tonno rosso (Thunnus thynnus), Tonno obeso (Thunnus obesus), Pesce volante: (Katsuwonus pelamis), Palamita (Sarda sarda), Tonno pinna gialla (Thunnus albacares), Tonno pinna nera (Thunnus atlanticus), Tonnetto (Euthynnus spp), Tonno del sud (Thunnus maccoyii), Tombarello (Auxis spp), Dentice oceanico (Brama rayi) Marlin: (Tetrapturus spp.; Makaira spp.), Pesce vela: (Istiophorus spp), Pesce spada (Xiphias gladius), Costardella (Scomberesox spp; Cololabis spp) Delfini (Coryphúna spp). Squali: (Hexanchus griseus; Cetorhinus maximus; Alopiidae; Carcharhinidae; Sphymidae; Isuridae; Lamnidae). Cefalopodi: (tutte le specie). Il Regolamento proibisce anche lo sbarco delle specie menzionate nell’Allegato VIII. Inoltre il Regolamento (CE) 1967/2006 stabilisce che la pesca, il trattenere a bordo, il trasbordo o lo sbarco delle specie marine menzionate nell’Allegato IV (come i cetacei e le tartarughe) della Direttiva 92/43/EEC sono proibiti.
(2) La Commissione contro l’Italia. Caso C-249/08
http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2008:209:0030:0031:EN:PDF