Chiusi 1,493km2 alla pesca a strascico in Mediterraneo per proteggere i giovanili

 

Oceana plaude la chiusura alla pesca di tre aree nello Stretto di Sicilia adottata dalla Commissione Generale per la Pesca in Mediterraneo

Per la prima volta i paesi rivieraschi del Mediterraneo chiudono aree di pesca per garantire il recupero di stock commerciali e la sostenibilità della pesca

Oceana plaude la chiusura della pesca a strascico in tre aree di aggregazione di giovanili di nasello e gambero rosa nello Stretto di Sicilia e la chiusura temporale nel Golfo di Gabes. Questa decisione, seguita a una proposta presentata da Oceana, è stata sigillata oggi a St. Julian (Malta) durante la 40esima riunione della Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM), il braccio operativo della FAO incaricato di assicurare la gestione sostenibile della pesca in Mediterraneo e Mar Nero.

Proteggendo 1,493km2 tra Italia, Malta e Tunisia è stato compiuto un passo cruciale verso la ripopolazione dello stock di nasello– la specie più sorvasfruttata del Mediterraneo – e la gestione sostenibile di un’area che produce oltre il 60% del gambero rosa pescato in Mediterraneo.

“Un piano di gestione completo che includa la tutela delle aree di aggregazione di giovanili e riproduttori è la misura più diretta per assicurare la sostenibilità di una risorsa ittica e della pesca che ne dipende. La chiusura alla pesca non selettiva nello Stretto di Sicilia di una superficie pari a quella di Città del Messico avrà un’impatto positivo nel recupero di risorse ittiche commerciali essenziali per il Mediterraneo”, dice Lasse Gustavsson, Direttore Esecutivo di Oceana in Europa. “Siamo soddisfatti che i Paesi del Mediterraneo abbiamo approvato un piano di gestione subregionale per il recupero di stock ittici condivisi e sovrasfruttati. Questo piano, oltre a essere necessario, rappresenta una pietra miliare nella gestione sostenibile della pesca in Mediterraneo. Ci auguriamo che questo sia il primo passo verso una storia di successi sul lungo termine in questa regione”.

La proposta di chiudere tre aree di aggregazione di giovanili di nasello nel settore settentrionale dello Stretto di Sicilia fu inizialmente presentata da Oceana nel 2015 sulla base di dati scientifici. Tale proposta fu quindi  validata dal comitato scientifico della CGPM come la misura più appropriata per fermare il sovrasfruttamento di stock commerciali e la pressione sui giovanili. Con il tempo tale proposta ha ottenuto l’appoggio del settore della pesca che opera nello Stretto di Sicilia.

La CGPM ha inoltre intrapreso la strada verso la protezione di habitat marini profondi in Mediterraneo quali coralli e spugne. I Paesi mediterranei si sono impegnati per la prima volta a definire nuove misure di gestione per questi ambienti marini vulnerabli (VME, nella sua abbreviazione inglese) entro e non oltre il 2018.

La prima azione sarà la definizione nel breve termine di una lista di caretterizzazione, che includa specie, habitat e caratteristiche geografiche (eg. montagne e canyon sottomarini) così che sia approvata dal comitato scientifico della CGPM entro il 2017.